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DualSense, la recensione del controller PS5: Sony prova una rivoluzione

Abbiamo provato a lungo il nuovo controller di Sony e siamo pronti a pubblicare la recensione del DualSense PS5.

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   06/11/2020

È davvero piacevole e interessante, per quanto stressante, poter commentare e giudicare l'avvento di questa nuova generazione di console perché nonostante le similitudini hardware tra le due macchine e l'appiattimento del mercato che stiamo vivendo in questi ultimi anni, Sony e Microsoft stanno comunque tentando e sperimentando approcci diversi nel design e nella progettazione di PS5 e Xbox Series X. La sfida si gioca quindi su molteplici fronti che, fortunatamente, non si risolvono esclusivamente nella battaglia tra le esclusive con il voto più alto, ma anche attraverso dashboard, servizi, aspetti specifici delle componenti hardware e, stavolta più che mai, controller.

Se da un lato Microsoft ha quindi puntato tutti i suoi assi su un lavoro eccezionale di rifinitura e miglioramento sottile dell'ergonomia e del feeling dei pulsanti con il suo Xbox Wireless Controller, Sony ha invece guardato molto più lontano, ha provato a osare, a introdurre sul mercato qualcosa di effettivamente diverso che non si possa configurare come una semplice evoluzione del DualShock 4 di PS4, ma che anzi si caratterizzi da subito come un taglio netto con il passato. Questa innovazione che, a tratti, si configura come una vera e propria rivoluzione, è stata compartecipe del nostro lungo test di PlayStation 5 confluito poi nella recensione della console che trovate sulle pagine di Multiplayer.it.

Stiamo chiaramente parlando del nuovo joypad di Sony, realizzato specificatamente per la next-gen e in grado di introdurre tutta una serie di feature e dinamiche che abbiamo analizzato in profondità in questo articolo: ecco la nostra recensione del DualSense di PS5.

Il design

Dualsense Ps5 Controller Recensione 3

La prima cosa che si nota non appena preso in mano il controller è che davvero la scelta di Sony è stata quella di cambiare tutto pur mantenendo inalterati una serie di elementi tradizionali del pad, quelli che sono alla base del design del DualSense. La forma rimane quindi quella tipica del DualShock con le corna molto pronunciate e un corpo centrale massiccio ma più longilineo rispetto ai pad di Xbox; ugualmente l'allineamento degli analogici rimane il consueto: simmetrico con i due stick perfettamente in asse.

Tolti però questi elementi basilari, il pad si distanzia con violenza dal suo predecessore: è leggermente più grande su tutte e 3 le dimensioni e pesa sensibilmente di più restituendo una sensazione di maggiore resistenza, quasi di imponenza. Completamente alterata poi la palette cromatica per essere allineata con quella di PS5: il nero lucido lascia il posto allo stesso colore grigio chiarissimo quasi bianco della struttura principale, interrotto dal nero della sezione inferiore del nucleo centrale e degli analogici. Ora, tra l'altro, le colorazioni sono tutte opache e il pad presenta una texture liscia molto piacevole che ben si contrappone con la leggerissima ruvidezza che caratterizza invece il retro del controller, i dorsali e i grilletti. Tutti espedienti che aiutano nella presa del DualSense.

Cambiano poi completamente i pulsanti frontali e la croce digitale che perdono le colorazioni tradizionali a favore di una pulsantiera trasparente con i simboli grigi impressi su un fondo bianco con uno stile che ricorda l'estetica di PSP. Aumentano sensibilmente le dimensioni del trackpad, che tra l'altro assume ora una forma trapezoidale con una texture completamente liscia, in linea con quella del resto del pad, e quelle dei dorsali e dei grilletti. I primi in particolare sono ora molto più alti per alloggiare decisamente meglio gli indici, mentre i trigger sono leggermente più larghi, anche in questo caso per una maggiore ergonomia pur mantenendo la loro tipica forma a "virgola" sul finale.

In termini di feeling, mentre non si rileva alcun tipo di differenza nel ritorno di forza e nella precisione dei dorsali, che rimane a nostro parere troppo approssimativa, i grilletti appaiono fin da subito più duri, in grado di richiedere una maggiore forza per essere premuti. Questo vale anche, chiaramente, quando il pad è completamente al riposo, senza l'effetto dei trigger adattivi. Difficilissimo valutare se questo sia un pregio o un difetto perché va sicuramente a sensazione, ma per quello che ci riguarda abbiamo apprezzato questo aumento di resistenza.

Dualsense Ps5 Controller Recensione 11

Passando alla croce direzionale e ai pulsanti frontali non ci sono differenze di sorta con quelli presenti sul DualShock 4, al di fuori di un diverso rumore al click dei 4 bottoni croce, triangolo, cerchio e quadrato che indica probabilmente la presenza di gommature all'interno del pad per un aumento di resistenza alle vibrazioni. Il feedback tattile e il ritorno di forza è praticamente lo stesso del DS4 e, non possiamo nasconderlo, ci saremmo aspettati sicuramente qualcosa di più su questo fronte. Lo stesso ci sentiamo di dirlo anche per gli analogici che sono praticamente identici a quelli del predecessore. Stessa corsa, stesso spessore e stessa tipologia di rivestimento e alloggio del pollice anche se si percepisce un aumento di ruvidezza della gomma utilizzata che sicuramente aiuta, non poco, il grip degli stick.

Abbiamo apprezzato il cambio di design del pulsante PlayStation che ora è sagomato così come aiuta molto nell'ergonomia avere i 2 tasti menu e share leggermente più sollevati dalla scocca rispetto al loro posizionamento sul DualShock 4. Poco da dire invece sull'unico pulsante aggiuntivo del DualSense che ha il singolo scopo di mutare il microfono ora integrato nel pad. Ben studiato e molto intuitivo grazie al led di segnalazione. Led che, tra l'altro, ben si amalgama con i led che circondano il trackpad che permettono ora, a colpo d'occhio, di capire a quale numero di giocatore è assegnato il controller, oltre a presentare le classiche luci blu e arancioni che segnalano l'accensione del pad o il suo essere in carica.

Volendo tirare una riga sul design non possiamo che ritenerci molto soddisfatti dell'estetica del DualSense in grado di renderlo un pad davvero diverso dal suo predecessore e dalla concorrenza anche grazie a soluzioni visivamente molto appariscenti come l'idea di "mozzare" le corna. Allo stesso tempo però, siamo rimasti sensibilmente delusi dalla totale assenza di migliorie sul fronte dei pulsanti, del loro feedback tattile, della precisione e del ritorno di forza. Su questo fronte, la concorrenza è chiaramente un passo avanti.

Il feedback aptico: l'innovazione

Dualsense Ps5 Controller Recensione 7

Entriamo però nel vivo di quelle che sono le reali novità del controller a partire dal feedback aptico del DualSense. In concreto di cosa si tratta? Immaginate la classica vibrazione che siete abituati da anni a percepire nel vostro controller preferito, spinta però verso un nuovo livello di sensibilità e gamma dinamica. Chi di voi ha provato il Rumble HD di Nintendo Switch può immaginare facilmente di cosa parliamo, ma qui siamo a un livello nettamente superiore complice la presenza di 2 motorini indipendenti all'interno dello stesso pad che contribuiscono ad ampliare moltissimo la gamma delle vibrazioni emesse.

Le sensazioni si moltiplicano e la precisione del feedback sa davvero stupire in alcuni frangenti e, da questo punto di vista, Astro's Playroom rappresenta davvero il banco di prova perfetto: una sorta di demo tecnica in grado di mostrare alla perfezione tutte le reali potenzialità di questo feedback aptico. A colpire e coinvolgere non è solo questo dinamismo in grado di restituire sensazioni estremamente diverse che spaziano dalle gocce di pioggia che cadono sull'avatar controllato alle numerose superfici su cui possiamo farlo camminare, ma è soprattutto l'enorme fluidità del cambio di intensità e del passaggio della vibrazione da un lato all'altro del joypad a stupire.

Davvero il "rumble" attraversa l'intero DualSense senza soluzione di continuità e il risultato è particolarmente coinvolgente perché non restituisce mai quel feeling artefatto del motorino che si accende e spegne a seconda degli impulsi del gioco. Qui sembra realmente di avere tra le mani un qualcosa che si muove continuamente alterando la sua gamma in modo dinamico e istantaneo in funzione di quello che avviene su schermo. Siamo chiaramente davanti a un potenziamento di un qualcosa di già esistente che, è scontato, non modifica il nostro modo di interagire con i giochi, ma è su questo tipo di sottili innovazioni che la tecnologia si evolve e non possiamo quindi che apprezzare il lavoro svolto da Sony in tal senso.

I grilletti adattivi: la rivoluzione

Dualsense Ps5 Controller Recensione 10

Non lo abbiamo mai nascosto fin dal nostro primo contatto con PS5: dei grilletti adattivi del DualSense ci siamo letteralmente innamorati. Provarli per la prima volta ci ha teletrasportato nel futuro perché è davvero qualcosa che non avevamo mai provato prima d'ora. Anche su questo fronte Astro's Playroom è davvero la perfetta demo tecnica creata appositamente per far spalancare la bocca, ma anche un Marvel's Spider-Man: Miles Morales con la resistenza dei grilletti che si "spezza" quando si rompe una ragnatela mentre ci stiamo dondolando con essa tra le strade di New York, fa il suo bell'effetto.

Ci risulta davvero difficile trasmettere a parole cosa significhi utilizzare questi trigger adattivi, ma vi possiamo garantire che quello che vi immaginate avviene effettivamente: i grilletti modificano in tempo reale la loro resistenza in modo tale da risultare interamente più duri da spingere, oppure da avere una sorta di doppio fondo che richiede 2 diverse forze per premere fino in fondo il trigger. Il risultato è strabiliante e, unito alla vibrazione indipendente che ogni grilletto è in grado di restituire, vi lascerà senza fiato alla prima occasione in cui proverete questa rivoluzione. Chiaramente ci prenderete presto la mano e vi sembrerà assolutamente naturale vedere trasmesso su questi elementi del pad esattamente quello che avviene su schermo e questo trasforma, di fatto, il DualSense in una sorta di estensione tattile della componente visiva e sonora dei videogiochi.

Da questo punto di vista non solo elogiamo il lavoro svolto da Sony, ma ci auguriamo con tutto il cuore che il maggior numero di sviluppatori possa abbracciare questa tecnologia per creare nuove forme di coinvolgimento e stimolare così la fantasia e l'immersione del giocatore, utilizzando i trigger adattivi per ricreare resistenze e sensazioni nuove di zecca. Un leggero tremolio che segue una scalata su pareti disconnesse, un grilletto che va a vuoto quando finiscono le munizioni o si "inchioda" quando un'arma si inceppa, resistenze diverse a seconda del tipo di equipaggiamento imbracciato nelle 2 mani.

L'unico limite ai trigger adattivi potrebbe essere la pigrizia degli sviluppatori terze parti costretti a sviluppare i loro titoli per piattaforme multiple dove, chiaramente, solo PS5 può offrire questo valore aggiunto. Speriamo insomma, che questa feature rivoluzionaria non si ripieghi su se stessa per venire utilizzata esclusivamente nelle esclusive prodotte da Sony, diventando quasi un banale gimmick esattamente come è avvenuto con il trackpad del controller.

Autonomia e compatibilità

Dualsense Ps5 Controller Recensione 9

Abbiamo cercato di utilizzare il controller con quanti più titoli possibili nel tentativo di simulare l'uso reale del pad laddove chiaramente il nostro lungo test con PlayStation 5 ci avrebbe costretto a focalizzarci sulle esclusive prodotte da Sony. E partendo dall'autonomia del DualSense non possiamo ritenerci completamente soddisfatti. Utilizzando videogiochi che non fanno un uso massiccio dei grilletti adattivi e dello speaker integrato, siamo in linea con l'autonomia del DualShock 4 nonostante la batteria integrata nel pad sia il 50% più capiente (1560 mAh contro i 1000 mAh del DS4).

Il problema reale è però quando si utilizzano titoli in grado di mettere sotto torchio il DualSense, su tutti Astro's Playroom. Abbiamo giocato a lungo con il titolo di ASOBI e in molteplici occasioni ci siamo ritrovati con l'indicatore del pad lampeggiante, a segnalare lo scaricamento quasi totale, molto prima di quanto ci saremmo immaginati. Ora, non possiamo sapere se questa autonomia così ridotta sia legata esclusivamente a questo gioco, che sicuramente è il più estremo nell'utilizzare il pad tra quelli disponibili, però è giusto farlo presente in sede di recensione. In ogni caso è sempre possibile giocare tenendo il pad in carica collegato alla console oppure a una powerbank. Tenete poi a mente che PS5, esattamente come PS4 può caricare il controller da spenta solo se viene disattivata con la modalità sospensione altrimenti le sue porte USB non saranno alimentate.

Il DualSense presenta, esattamente come il DS4, uno speaker integrato in grado di emettere musiche, rumori e anche riprodurre la chat di un party senza dover necessariamente utilizzare le cuffie, il TV o l'impianto audio. Assolutamente intelligente quindi l'idea di Sony di aggiungere anche un microfono integrato che permette di avere comunicazioni molto rapide prima di passare alle cuffie che possono essere collegate nella presa minijack da 3.5 mm presente sulla parte inferiore del pad. Il microfono integrato è infatti sufficiente e ha un buon campo di ascolto, ma in diversi frangenti ci è apparso davvero troppo sensibile nonostante la riduzione del rumore implementata con il risultato che l'ascoltatore poteva chiaramente percepire ogni suono che ci circondava e che rendeva poco chiara la nostra voce.

Per quanto riguarda la compatibilità del DualSense, il controller può essere immediatamente utilizzato sia su PC che su device mobile Android e iPhone. In questi ultimi 2 casi basta semplicemente associare il controller allo smartphone o tablet premendo contemporaneamente il tasto PlayStation e quello Share per alcuni secondi. La connessione avviene via Bluetooth e il pad viene immediatamente riconosciuto anche se, al momento della stesura di questa recensione, abbiamo verificato un problema nella disposizione dei tasti frontali che apparivano slittati di una posizione: la croce al posto del quadrato, il quadrato al posto del triangolo e così via.

Su PC è possibile sia utilizzare sempre il collegamento Bluetooth, se il vostro computer ne è provvisto, oppure si può utilizzare il cavo fornito in dotazione. Vi ricordiamo che il DualSense adotta una porta USB di Tipo C, non più la micro-USB del DualShock 4. Attualmente su PC il controller viene però riconosciuto da Windows 10 come semplice Wireless Controller e dovrete quindi rivolgervi ai singoli software per configurarlo. Steam in particolare richiede il setup dell'intero schema dei tasti non presentando, al momento, la configurazione specifica del controller PS5. Siamo convinti che questa cosa verrà risolta in tempo per il lancio della console visto che si tratta semplicemente di una personalizzazione dei comandi. Al di fuori di questo passaggio aggiuntivo, il pad funziona alla perfezione.

Conclusioni

Prezzo 69,99 €

Multiplayer.it

9.2

Il DualSense ci ha chiaramente convinto e, probabilmente, dell'intero progetto PS5 è il prodotto riuscito meglio. È bello da vedere, si allontana con forza dalla tradizione dei DualShock e, soprattutto, introduce una manciata di feature molto interessanti con un elemento in particolare, i grilletti adattivi, che assumono un valore rivoluzionario nel panorama videoludico. Peccato non aver trovato lo stesso tipo di attenzione anche per gli elementi basilari del pad: i suoi bottoni o gli analogici per intenderci. Purtroppo, su questo fronte Sony si è limitata a confermare quanto già presente sul DualShock 4. Non che questo sia un male, sia chiaro, ma se ci fosse stato un lavoro di miglioramento di questi aspetti, ci saremmo trovati davanti all'eccellenza assoluta.

PRO

  • Molto buono il lavoro svolto sul fronte estetico e dei materiali utilizzati
  • I grilletti adattivi sono una rivoluzione per il gaming
  • Il feedback aptico offre un'ulteriore dose di precisione alle vibrazioni

CONTRO

  • Quando il pad è completamente utilizzato, l'autonomia si riduce notevolmente
  • Nessun progresso sul fronte dell'ergonomia e sulla qualità di pulsanti e analogici